Tutte le partite ufficiali della stagione |
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N |
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73 |
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29 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.557 |
Giocate |
3.071 |
2.498 (54,82%) |
Vittorie |
1.692 (55,10%) |
1.161 (25,48%) |
Pareggi |
826 (26,90%) |
898 (19,71%) |
Sconfitte |
553 (18,01%) |
8.158 |
Fatti |
5.350 |
4.442 |
Subiti |
2.898 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
508 |
Giocate |
1.535 |
279 (54,92%) |
Vittorie |
917 (59,74%) |
112 (22,05%) |
Pareggi |
358 (23,32%) |
117 (23,03%) |
Sconfitte |
260 (16,94%) |
864 |
Fatti |
2.701 |
467 |
Subiti |
1.361 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 19.01.2015
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Juventus - Verona 4 - 0 - BENTORNATO SIMONE PEPE!
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di Antonio La Rosa
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Per il quarto anno di fila, la Juventus è campione d’Inverno, e approfittando del pareggio della Roma a Palermo, allunga il suo vantaggio a 5 punti. Partita senza storia quella di domenica sera allo Juventus Stadium, praticamente chiusa in meno di 10 minuti e poi gestita a piacimento da parte dei bianconeri, contro un Verona che, evidentemente memore della scoppola rimediata giovedì sera in coppa Italia, tra cercare di rientrare in gara rischiando l’imbarcata, e quantomeno limitare i danni, ha preferito la seconda strada. Ma c’è da dire che la Juventus non è che si sia dannata più di tanto nel corso della partita, giocate anche fin troppo accademiche e per la platea, terza e quarta rete arrivate direi per inerzia.
La Tattica
Due sole varianti rispetto alla formazione vittoriosa a Napoli, Morata per Llorente e Pereyra al posto di Vidal, il primo scelta tecnica, il secondo per l’indisponibilità del cileno. E anche ieri sera una squadra che sul campo non è apparsa con un vero trequartista, ma semmai con Pirlo play davanti alla difesa, o spesso quasi in linea con la difesa, Pereyra praticamente in linea con Marchisio e Pogba: come dire una sorta di “gabbia del possesso palla”, composta dai due centrali difensivi, Pirlo e i tre centrocampisti più avanzati, che nella sostanza ha nascosto palla a lungo agli avversari, facendoli correre a vuoto. Certo, la dinamica della gara, praticamente in discesa, non ha evidenziato granchè, la reazione degli scaligeri è stata davvero inconsistente, e neppure i cambi della ripresa hanno modificato gli equilibri in campo. Semmai, con l’ingresso di Pepe, la Juve si è ricomposta con una sorta di linea a 5 a centrocampo con Caceres più arretrato e accentrato.
La Squadra
Poco da dire nel complesso, partita a senso unico, Buffon spettatore non pagante in campo, qualche brivido solo per qualche eccesso di disinvoltura dei bianconeri in fase di gestione della palla e nulla di più. Direi che la novità si è vista nel modo di attaccare sulla trequarti, la presenza di Morata, molto più mobile rispetto a Llorente, e Tevez spesso in posizione di prima punta, hanno certamente scombussolato ogni piano di Mandorlini, abituate come sono le avversarie dei bianconeri a prevedere una prima punta centrale più statica e Tevez tra le linee.
I singoli
Permettetemi di fare una menzione d’onore alla vera sorpresa positiva della settimana, che è il rientro di Simone Pepe, acclamato giustamente da tutto lo stadio. E’ un recupero importante, di un giocatore che era stato fondamentale nei primi anni in bianconero, sia sotto la gestione Del Neri, sia nell’anno del primo scudetto, tra i migliori in assoluto di quella stagione; poi gli infortuni a ripetizione, una guarigione che di fatto è stata sempre complicata da imprevisti e ricadute, sembrava ormai finito come giocatore. Invece non penso abbia giocato da “vecchia gloria”, nel suo quarto d’ora finale ha dimostrato, come del resto nella partita di Coppa Italia, che può dare molto ancora e che ha davvero fame di recuperare per rendersi utile alla squadra. Per il resto, primo tempo stratosferico di Pogba, poi riposatosi o quasi nella ripresa; Tevez autore di una doppietta, e capocannoniere sempre più in fuga; degli altri direi che finalmente Evra sembra adeguatamente inseritosi nel gioco della squadra, e tutto sommato bene Morata, sarà frenetico, altruista anche troppo in qualche caso (mi riferisco al tentato assist su Tevez, quando poteva tirare in porta), ma indubbiamente decisivo nei primi due gol della squadra.
Le prospettive
Gli altri parlano davanti ai microfoni, piangono, si lamentano e via di seguito, la Juve continua a parlare sul campo e in maniera ineccepibile: meglio così. E parla ancora meglio nel dopopartita: vedete, le dichiarazioni a fine gara di Pogba sono una ulteriore spiegazione del perché la Juventus inculca ai suoi giocatori una mentalità davvero vincente, mentre altrove questa mentalità non esiste o quasi. Un giocatore che, a 21 anni, unico rappresentante del nostro campionato nella selezione per il Pallone d’oro 2014, che ad ogni partita dimostra che la sua crescita tecnico – tattica può essere davvero senza limiti, da farne in prospettiva uno dei più grandi di sempre, e quindi un giocatore che potrebbe anche cominciare a darsi qualche giusta aria da campione, invece di darsele, a domanda dell’intervistatore risponde che ancora vale zero, che deve migliorarsi e che vuole dare tutto per la maglia! Perché è questo ciò che rende vincente la Juventus, altro che improbabili complotti, aiuti arbitrali, poteri oscuri che sarebbero addirittura più forti di chi comanda nel calcio, dove la Juventus società è fuori sia dalla gestione della Federcalcio, sia della Lega. E’ lo spirito di Simone Pepe, lo spirito di Carlitos Tevez, lo spirito di uno come Andrea Pirlo che pur avendo vinto tutto, lotta fino al 90’ di una partita dal risultato più che scontato, lo spirito di Marchisio, sempre al servizio dei compagni e dell’utilità per la squadra, lo spirito operaio di Padoin, modesto, umile, ma sempre generoso combattente. In fondo ci fa bene che altrove si imbastiscano sceneggiate televisive, pianti vari, siparietti comici con intervistatori zerbini, così non capiranno mai dove sta il segreto del successo della Juventus, anche quando (e rileggo adesso certi commenti di questa estate, e non solo di antijuventini, ma anche di nostri tifosi o presunti tali) si pensava che andato via Conte e arrivato Allegri, sarebbe stato tutto dilapidato. Finora no. Anche se è facile supporre che nel girone di ritorno gli ostacoli aumenteranno, visto che ormai la caccia alla Juve, fuori dal campo, è in fase caldissima, e ovunque si fa a gara per cercare chi possa dire qualcosa di negativo contro i bianconeri. Insomma, per vincere questo quarto scudetto, dovremo stravincerlo.
La giornata di campionato
Altro pareggio della Roma, che vede allungarsi la distanza dalla vetta, al termine di una gara che poteva anche finire peggio per i colori giallorossi, per fortuna una bandierina alzata al momento giusto è stata provvidenziale. Torna alla vittoria il Napoli, e stavolta è Pioli ad evidenziare che grazie ai pianti qualcuno poi ottiene qualcosa, riferendosi all’evidente rigore negato ai laziali; nel campionato per designare la terza piazzata e i posti in EL, Fiorentina e Sampdoria compiono un balzo avanti, mentre le milanesi continuano a inanellare risultati contrastanti, e così l’Inter data per risorta, si è nuovamente fermata ad Empoli, mentre il Milan perde ancora in casa contro l’Atalanta.
Le mie postille
1 – I fratelli di pulcinella. Juve che vince, talenti che aumentano. Non sul campo, bensì per le loro performances mediatiche: e siccome quando la Juve vince occorre costruire il teorema che vince non perché più forte ma perché aiutata, occorre far sentire quante più voci possibile a sostegno di questa tese. Che a ben vedere ha come unico fondamento non certo il fatto che davvero ci siano favoritismi per i bianconeri, bensì il fatto che diversi rosiconi in servizio permanente effettivo ripetano ossessivamente questa balla della juve aiutata, un po’ per autoconvincersi loro, un po’ per giustificare la loro mediocrità. Bene, dopo l’onda mediatica romana, è adesso il turno dell’onda mediatica napoletana, quella, per intenderci, che nella migliore tradizione della sceneggiata, è ancora più colorita nella stupidità dei protagonisti. Ha iniziato il cinepanettonaro, subito seguito dal cicciobello Benitez, nel dopopartita di Napoli – Juve; subito dopo si sono scatenati i cosiddetti opinionisti di pulcinella, ben guidati da quell’Auriemma, che forse qualcuno ricorderà come il teorico del “fuori gli juventini da Napoli e dalla Campania”; e poi la solita sequela di interviste a soggetti vari, hanno rispolverato Simoni, in ritardo rispetto a Juve – Inter; pensate, non avendo altri nomi nuovi da spendere, hanno pure fatto parlare l’allenatore che insegue Zeman nel record degli esoneri, ossia Ballardini. Tuttavia la cosa mi consola, da un certo punto di vista, per essersi ridotti a cercare Simoni e Ballardini, vuol dire che ormai sono a corto di argomenti, e in un certo senso la cosa mi dispiace: di chi vi dovrò parlare, di questo passo, nelle mie postille?
2 – Scemo della settimana. L’ambito riconoscimento questa settimana deve essere attribuito collettivamente ad una intera redazione giornalistica. Quella del Corriere dello Sport, succursale di Trigoria ormai, diretta dalla testa di caiser più lucida della stampa italiana, De Paola Paolo. Che in settimana ci hanno ricordato un evento così importante da celebrare, da meritare servizi e commenti: IL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA RIMESSA DI ALDAIR!
Ossia, per qualcuno che l’avesse dimenticato, questo episodio, sicuramente da mettere negli annali come prova delle ruberie bianconere:
https://www.youtube.com/watch?v=y2wnwF2Xqb4
Episodio che come ricorderete fu più che determinante per la vittoria dello scudetto da parte dei bianconeri, infatti la classifica finale fu: Juventus 73 Lazio e Parma 63 Milan 60 Roma 59
Fa bene il Corriere a ricordarcelo, altrimenti potremmo perdere la memoria e credere che abbiamo vinto quello scudetto, come gli altri, in quanto i più forti sul campo …
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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