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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
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C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
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279 (54,92%) |
Vittorie |
917 (59,82%) |
112 (22,05%) |
Pareggi |
357 (23,29%) |
117 (23,03%) |
Sconfitte |
259 (16,89%) |
864 |
Fatti |
2.698 |
467 |
Subiti |
1.357 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 23.02.2015
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Juventus - Atalanta 2 - 1 - TRE PUNTI PRIMA DELLA SETTIMANA DECISIVA
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di Antonio La Rosa
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Una Juventus poco brillante riesce a fare sua una partita teoricamente facile sulla carta ma complicatasi in maniera imprevista, a causa dell’inopinato vantaggio dell’Atalanta nella fase iniziale della gara. In un certo senso è sembrata la riedizione della gara esterna di Cesena, con la differenza che i bergamaschi hanno fin dall’inizio puntato su una difesa ad oltranza, ed invero il loro vantaggio è stato davvero molto casuale. Speriamo che la cosa sia dipesa dal fatto che i giocatori fossero già mentalmente concentrati sul Borussia.
La Tattica
Allegri stavolta schiera una formazione “strana”, nel senso che il turn over c’è in parte ma non come si poteva supporre: Caceres e Padoin esterni difensivi, Pereyra trequartista, in avanti rientro di Llorente in coppia con Tevez. Fin dai primi minuti si avverte che la squadra non sia decisamente tonica ed aggressiva, gioco al piccolo trotto che agevola l’intelligente assetto difensivo schierato da Colantuono, con Baselli in marcatura fissa su Pirlo, e, al contrario, libero di agire in fase di possesso palla. Il vantaggio bergamasco nasce casualmente da una sequela di errori che producono l’angolo sul quale Migliaccio sul primo palo anticipa tutti di testa, insomma la riedizione del gol milanista di Antonelli. La reazione bianconera è immediata, e nonostante uno Sportiello in giornata, arriva dapprima il pareggio su mischia susseguente ad azione d’angolo, e poco prima del fischio finale di tempo, grazie ad una giocata da fuoriclasse di Pirlo, tiro da fuori con pallone che si abbassa repentinamente, insomma la “maledetta” ma non su calcio piazzato. Nella ripresa bianconeri attenti più a gestire il risultato e le energie, qualche occasione per chiudere ci sarebbe pure, ma l’ennesimo miracolo di Sportiello su colpo di testa ravvicinato e a botta sicura di Pogba, evita la capitolazione.
La Squadra
Partiamo da una premessa: l’Atalanta era in formazione di ultra emergenza, nove giocatori assenti e uno infortunato nel corso della partita, quel Zappacosta che vedrei bene in bianconero, in avvenire. Eppure sono riusciti ad imbrigliare la Juventus, al punto che nel finale i bianconeri hanno decisamente tirato i remi in barca pensando soprattutto a coprirsi. Due sono gli elementi che emergono in queste ultime gare, c’è poco filtro a centrocampo, per cui si rischiano sempre ripartenze micidiali, e si tira poco a rete, cercandosi spesso ossessivamente la giocata a terra anche in situazioni nelle quali sarebbe meglio provare la conclusione da fuori. Questo spiega una difesa ancora una volta in difficoltà nelle ripartenze avversarie, e la sterilità offensiva, cosa che sembra stridere con il fatto che comunque sia a Cesena sia venerdì scorso le reti sono arrivate, e sono state solo due per gara grazie a miracoli dei portieri avversari. Ma non facciamoci ingannare dal dato apparente, la realtà è che l’attacco appare decisamente poco pungente da ultimo, basti pensare a chi ha segnato e come sono arrivati i gol fatti.
I singoli
In una gara nella quale l’unica nota positiva sono i tre punti arrivati, non è che ci siano da citare tante prestazioni eccelse dei giocatori. Certamente menzione d’onore per Pirlo, e il suo gol fondamentale, anche se fino a quel momento non è che avesse fatto grandi cose. Gli altri diciamo sufficienza più o meno stiracchiata, con qualche insufficienza a centrocampo per Pogba e Pereyra.
Le prospettive
Ripeto: mi auguro che avessero la testa al martedì di CL, e mi auguro soprattutto che Allegri abbia le idee chiare. Perché’ a dire il vero, da ultimo, non mi sembra che le abbia avuto davvero chiare almeno nella gestione delle gare di campionato. E torno in un certo senso alla questione sollevata in precedenza, specificamente nella gara contro il Cesena, il turn over poco logico e i cambi tardivi o inutili. Non escludo che nella mente del nostro tecnico ci fosse l’intenzione di partire forte con la formazione diciamo “migliore”, mettere al sicuro il risultato e poi fare i cambi per risparmiare energie nella ripresa; ma se i piani non vanno come prefigurato, qualcosa va fatta durante la gara e non nel finale. A cominciare intanto dalla formazione: Padoin fuori ruolo (anche se non si è certo comportato male, anzi), mentre poteva essere più utile almeno dare spazio a De Ceglie, rientrato da Parma, dove è stato tra i più positivi, per verificarne le condizioni e valutarne l’apporto, dato che in fondo con questa squadra ci ha già giocato, e ne conosce quantomeno certi meccanismi; tornando a Padoin, poteva essere utilmente schierato a centrocampo, per darsi un turno di riposo a Pogba, a rischio diffida; viste le difficoltà, poteva essere utile schierare ad inizio ripresa uno tra Pepe e Coman, considerato come Pereyra aveva difficoltà, tranne quando si è defilato sulla destra, quasi a dimostrazione che con una “ala” pura, la retroguardia bergamasca poteva andare ulteriormente in difficoltà. Invece cambi tardivi e inutili, specie se fatti a tre minuti dalla fine. Ad ogni modo, ormai occorre pensarsi al futuro, ed in una settimana ci si giocherà molto, domani sera nell’andata degli ottavi di CL, lunedì prossimo all’Olimpico, ultimo treno per i giallorossi, e il giovedì successivo andata della semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Chiudo dicendo che, in ottica campionato, mi preoccupa di più la Roma apparentemente demotivata e che sembra avere alzato bandiera bianca, rispetto alla Roma tronfia e presuntuosa di sempre: basti pensare che, dopo il 2006, l’unica sconfitta all’Olimpico è arrivata con la formazione giallorossa data in grave crisi, con il fresco esonero di Zeman e con Andreazzoli, illustre sconosciuto, in panchina.
La giornata di campionato
E’ stata, almeno finora, il turno delle frenate o quasi delle squadre di vertice, ennesimo passo falso della Roma, che perde altri due punti in classifica dalla vetta, ed ennesimo passo falso della Fiorentina, proprio quando sembrava dovesse spiccare il volo. Saranno anche conseguenze del ritorno delle coppe europee, che tolgono energie, ma indubbiamente la prima poteva cercare di giocarsi lo scontro diretto a meno 7 e in caso di vittoria solo quattro punti di distacco con tredici giornate da giocarsi, mentre la seconda mettere in cassaforte un piazzamento europeo. Chi trae vantaggio è la Lazio, vittoriosa in rimonta contro il Palermo, e il Napoli che ha regolato il Sassuolo. In coda si fa decisamente difficile la posizione del Cesena, mentre le vicende del Parma stanno diventando ormai grottesce e più da farsa che da cronaca sportiva.
Le mie postille
1 – Psicopatologia dell’antijuventinismo La Juventus vince perché ruba, vince solo se ruba e nel caso non abbia rubato occorre dimostrare comunque che ha rubato. E’ questa la logica psicopatica dell’antijuventinismo mediatico e del tifosume medio italico: ossia quel tifosume che non ha, né vuole avere, spirito critico, ma che ragiona solo con questo dogma, e dunque se qualcuno prova a smentirlo è servo dei bianconeri, o è fazioso, mentre chiunque dica una balla a danno della Juventus, ha ragione e dice il vero a prescindere. Bene, questo teorema dell’assurdo lo stiamo sperimentando anche da ultimo, dato che quest’anno, a parte le polemiche grossolane a seguito di Juventus – Roma, non ci sono mai stati episodi davvero degni di nota che possano avere consentito speculazioni di sorta verso la Juventus. E siccome non è possibile che la Juventus sia in testa alla classifica per l’ovvia constatazione che sul campo è la più forte, non potendosi trovare errori arbitrali su cui speculare un po’, da ultimo si specula sui … non errori! Ovvero su azioni di gioco chiare, limpide, regolari (consentitemi il gioco di parole che ricorda una famosa pubblicità di anni addietro), sulle quali cercare di costruire la polemica. Ci aveva provato il mafio pelato milanista, per obiettivi di altro genere, e così ci siamo sorbiti una settimana di ragionamenti assurdi su linee, parallele e prospettive; ci hanno provato pure venerdi sera e il giorno dopo, a costruire una irregolarità inesistente sul gol del pareggio bianconero di Llorente. Complice pure una sciagurata telecronaca, sia a Sky, sia a Mediaset Premium, dove certo Marco Foroni non ha avuto ritegno alcuno, e nonostante dallo studio si fosse già evidenziata la regolarità del gol, preannunciava immagini inedite che avrebbero chiarito la irregolarità della marcatura. Immagini poi mai emerse, anzi emerse in senso opposto, dato che tutte quelle trasmesse mostravano Cigarini tenere in gioco tutti. Fine della polemica? Ma neanche per sogno, il giorno dopo il quotidiano vicino alla squadra che dal 1926 non si è mai incrociata con la parola “onestà”, denunciava a nove colonne il clamoroso errore arbitrale di Juventus – Atalanta. Come dire, negare sempre anche l’evidenza pur di dimostrare il teorema iniziale, la Juventus vince solo se ruba. Il dramma sta nel fatto che c’è gente che ci crede davvero …
2 – Qualcuno era juventino … Qual è la recondita ragione per cui chi ha indossato la maglia bianconera, appese le scarpe al chiodo, appena passa al ruolo di opinionista televisivo, commentatore televisivo, ospite fisso televisivo, e quant’altro televisivo, dimenticando il suo passato in bianconero, cerca sempre di distinguersi accusando o criticando la Juventus sempre e a prescindere? Che venga richiesto loro, per caso, abiura del passato juventino e giuramento di fedeltà alla sacra causa antijuventina? L’avevamo visto con Boniek, primo ingrato della storia bianconera, l’abbiamo sperimentato con Tardelli, anche con lo stesso Bettega che da opinionista trova sempre qualche ragione per criticare, il “soldatino” Di Livio addirittura è diventato così insopportabile da avvicinarsi sinistramente al già citato Boniek, Marocchi non vede non sente né parla, se si verificano episodi a danno dei bianconeri, ma li vede e bene al contrario. Adesso pare che abbia dimenticato un decennio di sudore in bianconero (e anche di veleni contro di lui e dei suoi compagni, visto il periodo in cui è stato tra noi), anche il signor Alessio Tacchinardi, che venerdì sera, in coppia con il già sopra elogiato Marco Foroni, ha composto una coppia al cui cospetto il duo Trevisani – Nela, sembrerebbe quasi forgiato a Vinovo … Non so quante volte abbia ripetuto che l’Atalanta aveva giocato una grandissima gara, che non meritava di perdere, che la Juventus era stata troppo fortunata e che se il gol di Llorente era davvero irregolare, i bergamaschi avrebbero avuto da lamentarsi, insomma pregustando polemiche nel dopopartita. Già parlare di sfortuna dei bergamaschi, con Sportiello migliore in campo e Buffon praticamente inoperoso, azione del gol a parte, è stato sgradevole, parlare poi di fortuna e di episodi da rivedere mi è sembrato un modo davvero poco decoroso di commentare la gara. Intendiamoci, non è che gradisca commentatori adulatori della Juventus, ma almeno obiettivi. A meno che l’obiettività agli ex juventini venga imposta con questo tipo di commenti e opionioni!
3 – Scemo della settimana “Ha pareggiato il Cesena”, è una frase che è passata alla storia delle figuracce storiche delle cronache calcistiche, e l’eroe di questa chicca come sapete, è stato il direttore di Milan Channel, dipendente dunque dell’Infrontista Bogarelli Marco, Mauro Suma. Che evidentemente da quella defaillance non si è più ripreso, tanto da non dormirci su, e da ricordarsene sempre, come potrete ammirare da questo filmato:
https://www.youtube.com/watch?v=DRdKGVdrgvA
A voi i commenti, io dico che il premio questa settimana è più che meritato.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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