 | Tutte le partite ufficiali della stagione |
| G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
| 7 |
13 |
3 |
4 |
0 |
15 |
10 |
C |
| 7 |
8 |
2 |
2 |
3 |
6 |
8 |
F |
| 0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
| 14 |
21 |
5 |
6 |
3 |
21 |
18 |
T |
 | La Juventus dal 1900 ad oggi |
| Gare ufficiali |
|
Serie A |
| 4.632 |
Giocate |
3.124 |
| 2.530 (54,62%) |
Vittorie |
1.716 (54,93%) |
| 1.191 (25,71%) |
Pareggi |
849 (27,18%) |
| 911 (19,67%) |
Sconfitte |
559 (17,89%) |
| 8.274 |
Fatti |
5.429 |
| 4.521 |
Subiti |
2.948 |
| C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
| 522 |
Giocate |
1.610 |
| 283 (54,21%) |
Vittorie |
949 (58,94%) |
| 118 (22,61%) |
Pareggi |
388 (24,10%) |
| 121 (23,18%) |
Sconfitte |
273 (16,96%) |
| 883 |
Fatti |
2.817 |
| 486 |
Subiti |
1.440 |
| Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 28.03.2011
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Helge Bronée
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di Bidescu
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Nato a Nöebölle, in Danimarca, il 28 marzo 1922, Bronée approdò sulla nostra penisola nel 1950: esplose nella squadra francese del Nancy e si accasò al Palermo, diventando immediatamente l’idolo della tifoseria siciliana.
Arrivò alla Juventus nel 1954, proveniente dalla Roma, ormai trentaduenne; centravanti di tipo particolare, quasi di scuola danubiana, non privilegiò mai la forza rispetto alla tecnica. I suoi piedi erano quelli di un fine dicitore di gioco, i suoi goal furono raramente espressioni di potenza. Quello che Bronée cercava era innanzitutto la bellezza del gesto atletico, la coordinazione nei movimenti, mai disgiunta dalla raffinatezza nel tocco. Un giocatore di classe suprema, un precursore del collettivo, tatticamente indisciplinato, ma è un grandissimo talento naturale.
A Torino venne impiegato esclusivamente da interno sinistro: usava il destro solo per camminare, come si suol dire. L’accoppiata Bronée - Præst sulla fascia sinistra, nonostante i due risentissero già del peso degli anni, mandò spesso in visibilio la platea del “Comunale”; due giocatori complementari l’uno all’altro, due magici protagonisti per un solo tipo di interpretazione del football.
Esordì in bianconero il 26 settembre 1954, seconda di campionato, a Torino contro la Lazio: fece impazzire Fuin e Giovannini, marcatori laziali, e segnò 2 dei 4 goal della vittoria juventina. Si ripeté a Novara la domenica successiva; in quella Juventus alla fine furono 11 i suoi goal, capocannoniere al pari di Manente, terzinone dal tiro possente, che beneficiò anche dei penalty. Si congedò dai tifosi il 4 giugno 1955; la Juventus batté il Bologna 5-1, con una sua doppietta, come al debutto.
In bianconero rimase solamente una stagione, in quanto la sua indisciplina fu regola di vita anche al di fuori dei rettangoli verdi; totalizzerà 29 presenze e 11 goal. Nel campionato successivo va a concludere la sua parentesi italiana nelle file del Novara.
Una curiosità: il suo ingaggio era pagate a cachet. Un tanto a partita ed un bel premio in denaro per ogni rete messa a segno.
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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