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Classifica campionato di Serie A
Squadra Pti Squadra Pti
Inter 89 Monza 44
Milan 70 Genoa 42
JUVENTUS 65 Lecce 36
Bologna 63 Cagliari 32
Roma 59 Empoli 31
Atalanta 57 Frosinone 31
Lazio 55 Verona 31
Fiorentina 50 Udinese 29
Napoli 50 Sassuolo 26
Torino 46 Salernitana 15
Classifica completa, risultati, calendario
Le prossime gare in calendario
Data/Ora Cmp Partita
05.05 20:45 A Roma-Juventus
12.05 18:00 A Juve-Salernitana
15.05 21:00 Ita Atalanta-Juventus
19.05 15:00 A Bologna-Juventus
26.05 20:45 A Juventus-Monza
       
       
       
       
       
Calendario completo
Tutte le partite ufficiali della stagione
G. Pti Vit Par Sco Fat Sub  
20 45 13 6 1 35 11 C
18 29 8 5 5 25 18 F
0 0 0 0 0 0 0 N
38 74 21 11 6 60 29 T
Ultime 10 gare ufficiali
Data Cmp Partita Ris
03.03 A Napoli-Juventus 2-1
10.03 A Juventus-Atalanta 2-2
17.03 A Juventus-Genoa 0-0
30.03 A Lazio-Juventus 1-0
02.04 Ita Juventus-Lazio 2-0
07.04 A Juventus-Fiorentina 1-0
13.04 A Torino-Juventus 0-0
19.04 A Cagliari-Juventus 2-2
23.04 Ita Lazio-Juventus 2-1
27.04 A Juventus-Milan 0-0
Punti 11 - Vinte 2 - Pari 5 - Perse 3
Gol fatti 9 - Gol subiti 9 - Vedi tabellini
Tutte le partite ufficiali della stagione
M Giocatore Pre Min Pan Gol
5 Locatelli M. 37 3073 2 1
3 Bremer 36 3234 1 2
16 McKennie 35 2727 6 -
27 Cambiaso 35 2422 8 3
9 Vlahovic 1 33 2296 7 17
1 Szczesny 32 2880 4 -25
4 Gatti F. 32 2674 6 4
7 Chiesa 32 2131 7 8
25 Rabiot 31 2671 1 4
11 Kostic 31 2034 9 -
22 Weah 31 1176 22 1
14 Milik 1 31 933 23 7
6 Danilo 30 2541 3 1
15 Yildiz 28 931 28 3
20 Miretti 24 1152 20 2
17 Iling-Junior 23 666 35 1
18 Kean 18 594 13 -
12 Alex Sandro 17 732 18 -
24 Rugani 16 1112 26 3
26 Alcaraz 9 239 9 -
41 Nicolussi 8 283 35 -
36 Perin 6 540 27 -4
21 Fagioli 6 341 5 -
47 Nonge 4 49 24 -
10 Pogba 2 52 3 -
2 De Sciglio 1 45 5 -
13 Huijsen 1 12 16 -
39 Sekulov 1 10 1 -
45 Cerri L. 1 6 1 -
23 Pinsoglio 0 - 38 -
33 Djalò 0 - 14 -
38 Daffara 0 - 3 -
49 Scaglia S. 0 - 3 -
50 Hasa 0 - 2 -
30 Soulé 0 - 2 -
43 Crespi 0 - 1 -
42 Garofani 0 - 1 -
40 Mancini 0 - 1 -
44 Muharemovic 0 - 1 -
28 Barrenechea 0 - - -
32 De Winter 0 - - -
26 Kaio Jorge 0 - - -
48 Mulazzi G. 0 - - -
Contributo reparti in fase realizzativa
Difesa 10 - Centrocampo 11 - Attacco 36
Altre statistiche
Giocatori utilizzati 29 (almeno 1 pres.)
Giocatori in gol 14 (48,28%)
Rigori segnati 4 - Sbagliati 2 - Parati 1
Ammonizioni 83 (21 giocatori)
Espulsioni 2 (2 giocatori)
Tutte le statistiche
La Juventus dal 1900 ad oggi
Gare ufficiali   Serie A
4.558 Giocate 3.072
2.498 (54,80%) Vittorie 1.692 (55,08%)
1.162 (25,49%) Pareggi 827 (26,92%)
898 (19,70%) Sconfitte 553 (18,00%)
8.158 Fatti 5.350
4.442 Subiti 2.898
C. Europee   Era 3 pti (uff.)
508 Giocate 1.536
279 (54,92%) Vittorie 917 (59,70%)
112 (22,05%) Pareggi 359 (23,37%)
117 (23,03%) Sconfitte 260 (16,93%)
864 Fatti 2.701
467 Subiti 1.361
Tutti i numeri della Juventus
Top 10 - All Time (gare ufficiali)
Presenze Gol fatti
705 Del Piero 290 Del Piero
685 Buffon 179 Boniperti G.
561 Chiellini 178 Bettega R.
552 Scirea 171 Trezeguet
528 Furino 167 Sivori
502 Bonucci 158 Borel F.
482 Bettega R. 130 Anastasi
476 Zoff 124 Hansen J.
459 Boniperti G. 115 Baggio R.
450 Salvadore 115 Dybala
Classifiche complete
Top 10 - Rosa attuale (gare ufficiali)
Presenze Gol fatti
326 Alex Sandro 40 Vlahovic
249 Szczesny 34 Pogba
208 Rabiot 30 Chiesa
193 Danilo 22 Kean
190 Pogba 21 Rabiot
146 Rugani 16 Milik
131 McKennie 15 Alex Sandro
129 Locatelli M. 13 McKennie
126 Chiesa 11 Rugani
121 Kean 9 Danilo
Classifiche complete
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Pubblicato il 23.08.2011

Presentazione del campionato - II - I DURI COMINCERANNO A GIOCARE?

di Antonio La Rosa
Ad ogni modo, il calcio va avanti nonostante l’inettitudine degli organismi federali e quindi proviamo a parlare di calcio giocato e delle prospettive della nuova stagione.
E sono prospettive di una stagione tecnicamente più povera rispetto a quella, non certamente eccelsa, appena trascorsa, come detto non solo non sono arrivati “top players”, ma anzi è accaduto il contrario, Sanchez al Barcellona, Pastore al PSG, via pure Eto’o, e non è detto che qualche altro possa fare le valigie, prima della chiusura del mercato.
In un certo senso è stato il calciomercato del “vorrei ma non posso”, e sotto questo profilo, il caso della Juventus mi pare quello più emblematico.
Intendiamoci, finalmente c’è una presidenza degna di questo nome, Andrea Agnelli sta ridando alla tifoseria orgoglio e dignità, elementi invero dimenticati dalle precedenti gestioni, più proclivi alla operazione “simpatia” (tradotto, Juventus simpatica perché non vincente e non ostile ai padroni del valore); c’è un assetto societario funzionale, come dire, la cosa fondamentale per costruire una Juventus che torni a vincere c’è, ma se questa è la condizione necessaria, non è certo condizione sufficiente.
Purtroppo si pagano ancora oggi le indecisioni del 2007, quando si doveva seriamente programmare una graduale ricostruzione della squadra, una graduale sostituzione della vecchia guardia, ed invece si è prodotto il nulla o quasi.
Basti pensare alle operazioni di mercato di questi ultimi anni, e vedere chi davvero ha lasciato traccia di sé in bianconero: Tiago, Almiron, Andrade, Poulsen, Diego, tutti durati una stagione e andati via senza troppi rimpianti; Sissoko buon inizio e poi tanti infortuni e panchine; Iaquinta perseguitato dalla malasorte, ma forse l’unico encomiabile almeno per impegno e attaccamento alla maglia; Amauri una prima stagione buona, e poi andato definitivamente … in crociera; Felipe Melo disastroso la prima stagione, a corrente alternata la seconda; e per adesso non entro nel merito delle operazioni di mercato della scorsa stagione.
Certo è che se il leader della squadra rimane ancora il più anziano, Del Piero, e ancora adesso, nel precampionato, la sua presenza appare non dico indispensabile, ma spesso necessaria, questo non è un buon segno, vuol dire che ancora non siamo riusciti a trovare il suo erede, e del resto non si vede neppure l’erede di Nedved, l’erede di Camoranesi, un vero leader difensivo come Montero o Thuram, e così via.
Quest’anno però finalmente si è fatta una scelta coraggiosa quanto logica per la panchina, dandosi fiducia ad Antonio Conte, personaggio amatissimo dalla tifoseria, indimenticato campione in campo, vero leader formatosi attraverso diverse esperienze in vari periodi della recente storia bianconera, avendo avuto come allenatori grandi nomi della panchina, a cominciare da Trapattoni, a proseguire con Lippi, Ancelotti, e in Nazionale, Dino Zoff.
A mio giudizio Conte è arrivato con due anni di ritardo e soprattutto con un handicap non indifferente, dato che nel 2009 avrebbe preso in mano una squadra in CL, ancora competitiva al vertice nonostante Ranieri, dunque un organico che andava gestito e migliorato.
Adesso invece arriva con una squadra letteralmente da costruire, visto che gli ultimi due anni sono stati tra i peggiori in assoluto della storia bianconera, ma soprattutto con il compito di ricostruire una “mentalità da Juve”, che è poi è stato il limite principale delle ultime stagioni.
Dunque, ancora una volta, direi per la terza in cinque anni, dobbiamo parlare di Juventus in fase di rifondazione o comunque di ripartenza, come dire, finora si è solo sprecato tempo.
Ma anche stavolta mi sembra che non ci siano idee molto chiare: o meglio, a mio giudizio Conte le idee ce le ha, e chiarissime, ha in mente un modulo di gioco, molto offensivo, fondato sul possesso palla, su gioco molto largo sulle fasce, palla di prima e a terra, diciamo pure una evoluzione delle idee di Marcello Lippi: tuttavia i moduli sono sempre secondari, rispetto all’organico di cui si dispone, e dunque se si vuole giocare con il 4 – 2 – 4 di Conte, occorrono esterni di un certo tipo, in difesa e in attacco, centrali di centrocampo che siano abili nella duplice fase interdizione – impostazione, e soprattutto un reparto difensivo solido con automatismi ben collaudati.
E qui occorre una riflessione sul mercato condotto finora dalla società.
Fermo restando che fino al 31 agosto possono essere compiute operazioni importanti, e fermo restando che almeno quest’anno gli acquisti sembrano più mirati e di qualità rispetto al passato, in generale mi pare che ancora si continui nella solita “ambiguità” di una linea che non punta alla immediata costruzione di una squadra vincente, e dunque all’arrivo dei cosiddetti “top players”, ma nemmeno a porre le basi in prospettiva, mediante investimenti su giovani emergenti o valorizzazione di giocatori provenienti dal vivaio.
Vedete, una squadra che si chiama Juventus, se decide che strategicamente è fondamentale prendere, che so, uno come Aguero, ha l’obbligo di trattarne l’acquisto e prenderlo, senza fronzoli; idem se decide di trattare Giuseppe Rossi, o chiunque altro fuoriclasse, o ritenuto tale, che possa far compiere il salto qualitativo alla squadra; se, viceversa, si ritiene di non dovere o potere competere con la pioggia di denaro che stanno mettendo sul mercato gli sceicchi che hanno rilevato varie formazioni in Europa, o i nuovi magnati russi dell’energia, allora si deve puntare seriamente ad una mirata campagna di acquisizione di giovani talenti, potenziare dunque la rete di osservatori, e investire su giovani in notevole quantità, ma non per mandarli in giro in prestito, o far disputare loro il campionato Primavera, bensì per lanciarli in prima squadra.
Queste scelte non le sto vedendo ancora, anche se, ad onor del vero, finalmente abbiamo un vero regista di classe, Pirlo; abbiamo un esterno destro difensivo degno di questo nome (e Lichtsteiner sta confermando almeno in precampionato, questa impressione); lo stesso dicasi per Vidal, centrocampista eclettico e abile a ricoprire diversi ruoli, o per Vucinic, giocatore dai grandi numeri, anche se con il limite della discontinuità.
Come dire, il salto qualitativo sembra evidente, ma, almeno per adesso, non sufficiente per rendere questa squadra competitiva e vincente immediatamente.
Compito di noi tifosi dunque sarà quello di essere vicini a Conte, di saper accettare anche le battute d’arresto, o i momenti negativi, dato che siamo nuovamente in fase di ripartenza: anche perché una cosa è certa, e la stiamo notando in questo precampionato, Conte sta restituendo al gruppo una mentalità “da Juve”, una reattività che da anni non si vedeva, e perché no, anche un gioco piacevole da vedere ed una personalità da grande squadra in campo.
E se rivediamo nuovamente una squadra combattiva, grintosa, che non si arrende, sarà già una vittoria importante; tanto meglio se accompagnata da un risultato sul campo che riporti la squadra nell’Europa che conta.
Per il resto, è evidente che in un contesto come quello che ho descritto nella prima parte di questa presentazione, le formazioni milanesi, “piaccia o non piaccia” (per usare le parole di un inquirente napoletano, poi smentito dall’emergere della realtà, ma premiato come assessore dal neo sindaco De Magistris), saranno ancora le favorite per la vittoria finale, nonostante un evidente indebolimento dell’Inter, e un Milan che già lo scorso anno mostro di essere squadra soprattutto fortunata (diciamo così), e Ibra dipendente.
Il Napoli è più completo, ma soprattutto ha un presidente che sta sempre a lamentarsi, a contestare tutto e tutti, consapevole che, con una federazione pavida, questo atteggiamento produrrà comunque “benevolenza” sul campo; le romane sono una incognita, ma se la Lazio di fatto ha mantenuto e forse potenziato il valore della scorsa stagione, la Roma è in fase di trasformazione non solo societaria, anche se le operazioni di mercato sembrano davvero valide, per una squadra a medio tempo: ma la tifoseria saprà aspettare?
Infine, qualche notazione sul piano tecnico, almeno in prospettiva.
Credo che stia iniziando la fase calante degli anni d’oro del gioco a zona, dei profeti del gioco offensivo ad ogni costo, o a viso aperto.
Già qualche segnale era emerso ai mondiali di Sudafrica, ove l’organizzazione di gioco era stata prevalente rispetto al talento e ai moduli, e per organizzazione di gioco intendo proprio la capacità intanto di non far giocare gli avversari ed imporre la propria iniziativa; segnale che a mio giudizio è stato accentuato dalla recente Coppa America, nella quale le finaliste sono state squadre tecnicamente inferiori alle grandi sudamericane, Brasile e Argentina, ma entrambe formazioni molto ben organizzate, difesa arcigna e senza fronzoli, centrocampo di lottatori e interditori, un giocatore di riferimento per la manovra offensiva, punte mobili.
In effetti, il gioco a zona, qualunque sia il modulo che si adotti, è efficace se si hanno veri campioni in grado di fare la differenza, specie quando le avversarie accettano il confronto sul piano del gioco: e così, come accade di norma, vince sempre la più forte, salvo che si suicidi.
In altri termini, chi gioca contro il Barcellona, o riesce ad avere una organizzazione di gioco superiore, nel senso che toglie palla costantemente agli avversari, non li fa ragionare e riesce a mantenere costantemente l’iniziativa, oppure deve ricorrere al classico modulo delle più deboli, e dunque catenaccio e contropiede, virtù che fecero grandi il calcio italiano.
Ed invero credo proprio che nel giro di qualche anno, ritorneremo nuovamente a parlare di ruoli specifici, riavremo il Claudio Gentile che francobolla in maniera asfissiante Maradona, il Beppe Furino che comincia a marcare Rivera fin dagli spogliatoi e lo lascia solo dopo il triplice fischio finale, il “libero”, i terzini che sanno difendere, i mediani che badano solo a correre e portare palla, e le ali veloci come un tempo.

(Fine)

E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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