| Tutte le partite ufficiali della stagione |
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N |
| 10 |
14 |
3 |
5 |
2 |
15 |
14 |
T |
| La Juventus dal 1900 ad oggi |
| Gare ufficiali |
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Serie A |
| 4.628 |
Giocate |
3.121 |
| 2.528 (54,62%) |
Vittorie |
1.714 (54,92%) |
| 1.190 (25,71%) |
Pareggi |
849 (27,20%) |
| 910 (19,66%) |
Sconfitte |
558 (17,88%) |
| 8.268 |
Fatti |
5.424 |
| 4.517 |
Subiti |
2.945 |
| C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
| 521 |
Giocate |
1.606 |
| 283 (54,32%) |
Vittorie |
947 (58,97%) |
| 117 (22,46%) |
Pareggi |
387 (24,10%) |
| 121 (23,22%) |
Sconfitte |
272 (16,94%) |
| 882 |
Fatti |
2.811 |
| 485 |
Subiti |
1.436 |
| Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 14.10.2020
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Oltre la “Linguaccia” di Del Piero: come festeggiano gli altri
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di Stefano Bianchi
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Come scrivevo in la “Linguaccia di Del Piero”, la gioia, lo scarico dello stress accumulato durante la partita e il senso di appartenenza alla maglia sono tipici nello sport, segnatamente nel calcio. Il gesto di esultanza dei calciatori, può diventare famoso se effettuato anche una sola volta, purché in circostanze molto particolari, ma generalmente diviene un marchio di fabbrica, se ripetuto nel tempo da quel calciatore.
Tra le esplosioni di gioia mai più ripetute, come non ricordare per primo il nostro Tardelli? Quante volte, anche nelle sigle televisive, abbiamo visto Marco correre verso il centrocampo, braccia tese in basso (urlando ripetutamente: “Gol”), dopo il due a zero della finale Mondiale 1982 con la Germania? Restando in tema, è bellissima anche la corsa di Fabio Grosso che grida “Non ci credo, non ci credo”, dopo aver messo a segno il rigore decisivo del Mondiale 2006. Scadendo un po’ più in basso, ricordo Maertens che segna l’uno a zero di Roma - Napoli e finge di far pipì sulla bandierina come fosse un cane: meglio, sia Totti, che segnato il 2 a 2 alla Lazio, rapina il cellulare in panchina e si va a fare un selfie con la curva, sia Florenzi, che segnato un gol al Cagliari, scala la tribuna dell’Olimpico per andare ad abbracciare sua nonna. Finirei con Enzino Maresca che fa il gesto del toro dopo aver marcato nel derby di ritorno nel campionato 2001/02: segnato l’uno a uno, restituì a Ferrante sia la rete, sia il gesto provocatorio.
Per la tipicità del gesto ripetuto, tanto tempo fa andavano di moda le t-shirt con stampato un qualche messaggio, da esibire togliendo la casacca ufficiale, ma è un’usanza abbandonata a causa della facilità di ottenerne un cartellino giallo. Nessun arbitro ha invece trovato da ridire sul davanti della maglietta rovesciata sulla testa a cappuccio, gesto che individua immediatamente nella nostra memoria il buon Ravanelli. Ronaldo “il grasso” festeggiava a braccia larghe e indici tesi, mentre il Ronaldo “vero” compie un salto in alto con piroetta e atterraggio a braccia tese in basso, sibilando il suo “Siuuuuuuu”, un gesto che da anni ha sostituto il precedente, che sapeva tanto di strizzatina di tette. Vera e propria capriola era quella di Klose, fin quando lo fecero smettere per paura d’infortuni e quella, molto meno elegante di Robbie Keane. Poi ci sono i balletti: Kevin Nolan (Hest Ham) che ha reso famoso il pollo che batte le ali, la danza sincopata di Daniel Sturridge o Peter Crouch che fa il robot. I festeggiamenti cruenti sono la mitragliata di Batistuta e il segno della pistola di Suarez: sempre con uno strumento in mano, stavolta di pace, Gilardino, che con un ginocchio a terra finge di suonare il violino. Emanano buoni sentimenti anche il segno del cuore a due mani di Pato, il “ciuccio” di Totti, Raul Gonzalez Blanco che finge di baciarsi l’anello nuziale. Si torna verso l’esibizionismo con Montella a braccia aperte che svolazza qua e là come un aeroplanino, i tuffi di Klinsmann (meglio se su terreni allentati). Niente male nemmeno la mano destra portata all’orecchio di Luca Toni, che sembra dire: “Ma avete visto bene cosa ho fatto?” e Alan Shearer, che “quasi alla Mennea”, corre in campo col braccio destro alzato e l’indice teso.
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