Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
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Fat |
Sub |
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11 |
20 |
5 |
5 |
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16 |
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F |
0 |
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N |
21 |
38 |
9 |
11 |
1 |
33 |
15 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.584 |
Giocate |
3.091 |
2.509 (54,73%) |
Vittorie |
1.699 (54,97%) |
1.176 (25,65%) |
Pareggi |
839 (27,14%) |
899 (19,61%) |
Sconfitte |
553 (17,89%) |
8.199 |
Fatti |
5.381 |
4.462 |
Subiti |
2.913 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
1.562 |
282 (54,86%) |
Vittorie |
928 (59,41%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
373 (23,88%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,71%) |
873 |
Fatti |
2.742 |
472 |
Subiti |
1.381 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 30.12.2020
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TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - II
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di Antonio La Rosa
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A – quindi devo desumere che De Laurentiis sia in rotta con Gravina.
G – Facciamo un passo indietro: a dire il vero è Gravina che ha rotto gli equilibri che si erano creati in Federazione, ed oggi si assiste al tentativo di restaurazione da parte di coloro che avevano messo le mani sul calcio italiano, che sono invero i responsabili dei problemi del calcio italiano.
A – ti riferisci al cartello che aveva portato Tavecchio alla guida della Federcalcio?
G – certamente. Ricorderai come venne eletto Tavecchio alla presidenza e chi furono gli sponsor dell’operazione.
A – a suo tempo ebbi modo di parlarne sul sito. Fu la prima sconfitta di Andrea Agnelli, che aveva sostenuto in Lega la candidatura di Abodi, come momento di rinnovamento, ed in un primo tempo aveva ottenuto l’adesione delle società del centrosud, Fiorentina, Roma e Napoli, mentre dall’altro lato, a sorpresa, nacque una alleanza tra Galliani, Lotito, Preziosi e Pulvirenti, che puntò alla riconferma di Beretta, ma soprattutto a ridare potere a Galliani, ed invero quest’ultimo eletto vice presidente, fu per anni il vero gestore della Lega.
G – il metodo per acquisire consensi dovresti ricordarlo, venne usata in maniera pesante la giustizia sportiva come arma di ricatto.
A – ricordo pure questo. Periodo della vicenda calcioscommesse, pesantemente coinvolto il Napoli, e tre suoi giocatori, in primo grado squalifica dei tre e penalizzazione del Napoli per responsabilità oggettiva, sentenza poi ribaltata in appello, annullata la penalizzazione, ridimensionata l’accusa verso Paolo Cannavaro, Grava e Gianello.
G – vediamo se hai buona memoria sulla vicenda.
A – certo. Il processo d’appello sul ricorso del Napoli e dei tre calciatori, venne fissato il 17 gennaio 2013, l’elezione di Beretta alla riunione di Lega Serie A del 18 gennaio 2013, con De Laurentiis che ostentò pubblicamente il suo voto a favore di Beretta, facendo il salto della quaglia. Rimasero totalmente fuori dagli accordi, Juventus, Roma e Fiorentina, cosa gravissima, per il bacino che le tre ricoprivano e ricoprono.
G – capirai bene che ancora una volta la giustizia sportiva è stata usata come arma di ricatto o di vendetta. Questo perché, come sai, i componenti gli organi di giustizia sportiva, sono di nomina federale, quindi rispondono più a chi li ha piazzati lì, che a precisi principi di imparzialità. Cosa che ha ben compreso proprio De Laurentiis, che come condizione per l’appoggio a Tavecchio, l’anno successivo, dopo le dimissioni di Abete, a seguito del fallimento ai mondiali di Brasile, chiese ed ottenne la nomina del suo amico Pecoraro a capo della Procura Federale, per subentrare a Stefano Palazzi.
A – questo vorrebbe dire che anche in questa vicenda la giustizia sportiva ha operato più a tutela di interessi di parte, che non per tutelare principi di diritto.
G – non precisamente, anche se i Giudici Sportivi federali hanno applicato le norme vigenti, ma capirai che occorreva difendere soprattutto il valore dei protocolli adottati per poter iniziare la stagione. Il Collegio del CONI ha invece notificato con il suo provvedimento, la dichiarazione ufficiale di guerra di Malagò a Gravina.
A – perché dichiarazione di guerra?
G – evidentemente da ultimo sei stato distratto e non hai posto la giusta attenzione alle ultime evoluzioni delle vicende di Palazzo. Tavecchio aveva costruito un forte gruppo di controllo della Federazione, ed anche della Lega Serie A, gruppo che però è saltato non avendo portato risultati apprezzabili: il calcio italiano è divenuto di retroguardia, la figuraccia della mancata qualificazione ai mondiali 2018, le situazioni drammatiche del calcio dilettantistico e semiprofessionistico, tutte cose che hanno messo a serio rischio l’autonomia della Federazione, già compromessa dopo il 2006, primo forte ingresso della politica e della finanza nel mondo del pallone, ma non per dare qualcosa, bensì per prendersi qualcosa.
A - non torniamoci ancora su quella sciagurata estate, inizio del degrado del nostro calcio: so bene che pur di assassinare qualcuno, si è preferito assassinare anche il movimento sportivo, salvaguardare solo qualche potentato: già la stessa elezione di Abete, dopo il periodo commissariale, era un segnale, il fratello di Luigi Abete, già Aeroporti di Milani, poi BNL, e uomo di collegamento tra finanza milanese e politica, fin dai tempi dei referendum di Mario Segni.
G – adesso però il pericolo è anche più forte, perché ci sono diversi intrecci e lotte di potere, il calcio è una torta notevole, che serviva anche a finanziare lo sport olimpico italiano con il Totocalcio, lo finanzia ancora, ma come sai, gli appetiti vengono mangiando, e poter gestire quella mole di denaro che sono i diritti televisivi, non è cosa da trascurare, specie in un momento nel quale i soldi nello sport cominciano a scarseggiare.
A – d’accordo, ma i diritti televisivi, maggiore introito del calcio, dipendono dalla Lega Serie A.
G – giusto. Però se non puoi immediatamente mettere le mani sulla “capitale”, si può sempre cominciare con l’invasione di territori limitrofi, no?
A – mi sto perdendo adesso …
G – ti ricordi come e perché è stato eletto Gravina presidente della Federcalcio?
A – si, dopo le dimissioni di Tavecchio …
G – ti perdi il passaggio fondamentale. Le dimissioni di Tavecchio furono prodotte dal ritiro della fiducia accordatagli precedentemente dai due presidenti delle leghe minori, la Legapro, cioè Gabriele Gravina, e la Lega Dilettanti, cioè Cosimo Sibilia. Nell’immediato, venne nominato Commissario federale, da parte del presidente del CONI, Malagò, il segretario generale del CONI, Raffaele Fabbricini, il quale, andata pure in crisi la Lega Serie A, ebbe a nominare commissario di Lega … proprio il suo capo, Malagò.
A – che bel conflitto di interessi, il dipendente che nomina il suo capo a Commissario.
G – ma non Commissario di una organizzazione qualsiasi, bensì della più importante in Italia, nel panorama sportivo, la Lega Serie A. Capirai bene che quando il CONI, per via dei suoi due rappresentanti più potenti, mette mani anche temporaneamente nel calcio, sport fino a questo periodo non proprio controllabile dai vertici dello sport nazionale, non avendo necessità di prebende e aiuti, a differenza delle federazioni minori.
A – questo è vero, anche a causa di una regolamentazione assurda, che di fatto rende determinanti i soggetti piccoli a discapito di quelli più grandi e numerosi. E capisco bene che il voto della, che so, Federtamburello, è più facile da conquistare, rispetto a quello della Federcalcio.
G – è sufficiente far avere qualche regalia al momento giusto per averne la fedeltà, lo capisci bene questo.
(2 – continua)
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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