Quasi quasi potrei stasera ricopiare fedelmente il mio editoriale "Caporetto" pubblicato qualche settimana addietro, dopo la sconfitta interna contro l’Empoli, ma cadrei nella ripetitività noiosa, quindi ve lo risparmio, tanto sul sito potete leggerlo ancora. Semmai oggi l'ispirazione di tante vicende di contorno alla gara di sabato, più che per vicende storiche, mi deriva da reminiscenze filosofiche, greche antiche in particolare. Chi ha studiato filosofia antica, sarà certamente incappato nel cosiddetto "paradosso di Epicuro", in tema di rapporti tra l'umanità e la divinità, che era, più o meno, così costruito: "esistono gli dei ed esiste il male nel mondo: gli dei possono eliminare il male ma non vogliono, oppure vogliono eliminarlo ma non possono, oppure non possono nè vogliono eliminare il male, oppure, in fine, vogliono eliminare il male e possono farlo. Nel secondo e terzo saremmo di fronte a divinità che tali non sono, non avendone potere, nel primo e nel quarto ... che non sono affatto interessati ad eliminare il male, o non esistono."
******* Ecco, prendete quel "paradosso" e calatelo nelle vicende della Juventus attuale: siccome proprietà e dirigenza esistono, li vediamo, li ascoltiamo, e siccome da due anni almeno, per non dire tre nonostante uno scudetto vinto, la Juventus naviga a vista, con percorsi schizofrenici, che risultano incomprensibili a tutti, e soprattutto alla tifoseria bianconera, appare evidente che proprietà e soprattutto dirigenza non hanno un reale interesse a riportare la Juventus nella giusta rotta di navigazione e riportarla agli anni brillanti scorsi, che temo siano ormai roba del passato, che non sapremo se e quando torneranno ancora. Scelte tecniche sciagurate e contraddittorie, contratti e rinnovi contrattuali ad autentici brocchi degni di medio - bassa classifica, operazioni di mercato ai limiti del ridicolo, silenzio assordante su tante vicende nelle quali una dirigenza seria, forte, ed una proprietà che dispone di mezzi e potere, avrebbero dovuto intervenire con decisione, facendo sentire tutto il peso di cosa significhi essere la squadre più importante d'Italia e il gruppo industriale tra i più potenti al mondo. Invece siamo diventati come i ... Cherubini del Paradiso, quindi così vicini a Dio da avere troppa distanza dalla terra e da non vedere ciò che accade da queste parti.
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La gara di sabato sera al San Paolo (io continuerò a chamarlo così) la Juventus l'ha persa soprattutto fuori dal campo, in settimana ed anche prima, rimanendo ancora una volta inerte e passiva, come società, a quanto quotidianamente accadeva: a) - siamo la squadra maggiormente penalizzata dalle trasferte oceaniche dei suoi giocatori, in Spagna la Lega ha rinviato le partite di quelle squadre con giocatori impegnati in sudamerica, in Inghilterra non li hanno neppure mandati, senza rischiare sanzioni, in Italia invece si gioca e la partita della Juventus collocata appositamente per non farli giocare; b) - Ospina invece in campo oggi, fatto rientrare in tempo, Insigne idem, abbandonato il ritiro della Nazionale per motivi discutibili, mentre Chiesa non ha potuto giocare avendo rimediato un infortunio, vero, a causa della Nazionale; c) - la squalifica ridotta ad Osimhen, da un collegio presieduto da un napoletano napolista doc, con la beffa che la stampa partenopea lo ha ostentato senza alcun pudore; d) - le solite dichiarazioni del cinepanettonaro a far pressione sul direttore di gara; e) - l'ennesima piazzata di Ceferin contro le tre ribelli, unica rimasta silenziosa, la Juventus. Aggiungiamo che da oltre un anno Andrea Agnelli è totalmente silente, sembra che non gli interessi più, ed è totalmente inutile che si faccia poi vedere sulle tribune del San Paolo; comincio però a temere che andato via Marotta, abbia davvero perso la bussola, e ritengo il silenzio del presidente la cosa più inquietante, ancor di più dell’inizio stagionale deludente.
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Come ho avuto modo di dire già in miei scritti precedenti, il mercato di quest’anno lascia davvero a bocca aperta, lo si è visto anche sabato in campo: - io sostengo che il dio del calcio esiste, vede tutto, premia chi opera bene, punendo chi invece opera male o in maniera spocchiosa. Gli errori di Szczesny sono a mio giudizio quella punizione meritata per una società che, da fonti molto attendibili, aveva in pugno Donnarumma, investimento decennale come portiere, e per ragioni misteriose o di bilancio, ha preferito riconfermare i portieri attuali, ben sapendo che il polacco, discreto ma non eccezionale, non è mai stato un top da squadre come la Juventus che, lo ricordo, ha avuto fra i pali, per andare solo negli ultimi cinquant’anni, Zoff, Tacconi, Peruzzi, Buffon. Investire su Donnarumma, a parametro zero, con tutte le richieste elevate del suo procuratore, avrebbe significato mettere al sicuro la porta bianconera per almeno un decennio, come fu per l’operazione Buffon, esattamente venti anni addietro. Si è preferito invece rinviare l’operazione importante sull’estremo difensore, ritenendosi presuntuosamente che un portiere per quanto bravo, non ha mai dato piena sicurezza al reparto, che ha una buona dose di responsabilità nella eliminazione lo scorso anno, potesse assicurare rendimento elevato e sicurezza; invece abbiamo perso certamente almeno tre punti (e forse quattro, sabato il Napoli, fino al pareggio, non aveva praticamente mai tirato in porta), che se conquistati non farebbero parlare di squadra in crisi, o in ritardo di otto punti rispetto alle tre in vetta alla classifica, di sei rispetto ai campioni in carica, distacchi non insormontabili, ma già notevoli, tali da far temere che se magari due delle quattro dovessero avere un cedimento, non è detto che le altre lo avranno e consentiranno una rimonta in campionato. E non considero per ora squadra come Atalanta, Fiorentina, Sassuolo, che, viste all’opera, non mi sembrano affatto da sottovalutare, come dire, non mi sembra ci siano le stesse situazioni della stagione 2015 – 16, anche se da tifosissimo bianconero, mi auguro di essere smentito.
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A parte le gravi lacune di organico, il calendario era noto, come note erano le situazioni antecedenti questa partita, dove abbiamo schierato un centrocampo che nella ripresa non aveva più energia, ed era prevedibile, trattandosi di giocatori impegnati con le rispettive nazionali, e probabilmente al posto del solito cadavere gallese entrato per non scaldare oltre la sedia in panchina, forse ci poteva giovare di più qualche giovane affamato, non coinvolto, anche perchè quelli che in precampionato sembravano più brillanti, Fagioli e Ranocchia, mandati altrove; - quella dei nostri giovani in prestito credo sia la scelleratezza peggiore, i giovani crescono e maturano se giocano vicino ai campioni, non se vanno a scaldare panchina altrove, per intenderci, dei nostri giovani in prestito, questo è il bollettino settimanale: Dragusin (Sampdoria): panchina Ihattaren (Sampdoria): panchina Felix Correia (Parma): titolare, sostituito al 45’ Fagioli (Cremonese): subentrato al 55’ Zanimacchia (Cremonese): subentrato al 69’ Ranocchia (Vicenza): subentrato al 46’ Di Pardo (Vicenza): panchina. Come vedete, nessuno viene utilizzato da titolare, almeno per ora, e del resto non si comprende per quale ragione una società dovrebbe valorizzare un giocatore non suo, non costituendo un capitale da investire. Non sarebbe stato allora meglio tenerne alcuni, e possibilmente lanciarli gradualmente in prima squadra? Pensate avrebbero fatto, che so, peggio del Ramsey subentrato per sparire immediatamente?
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La verità è che CR7 ha nascosto le lacune di questa squadra, che ha fatto bene ad andare via, perchè è stato preso in giro, da chi non gli ha costruito una squadra realmente competitiva, pensando forse che bastava il nome Ronaldo, per vincere anche fuori confine; e temo che la cosa si stia ripetendo con Allegri, preso a mo' di specchietto per le allodole, il "grande stratega" che nasconde i limiti di una squadra che, così come costruita, senza portiere, senza veri leader che si carichino sulle spalle la squadra (invero uno c'è ma oggi non poteva giocare), senza gente con gli attributi, non è neppure da primi quattro posti, è duro ammetterlo ma è così; A questo punto meglio concentrarci sulla Champions, superare bene il girone e magari puntellare la squadra a gennaio, sempre se la dirigenza ha a cuore la Juventus: vedremo domani sera se il gruppo avrà una scossa, un moto d’orgoglio e reagirà al meglio, anche se le premesse ci dicono che non avremo Chiesa in campo, ennesimo regalo della Nazionale.
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La chiusura di questo amaro commento, prendetela come postilla, e si collega all’insopportabile silenzio, ai limiti dell’autolesionismo, della dirigenza, su certe situazioni ambientali. Ho seguito ieri pomeriggio la gara Milan – Lazio, ammetto che ho avuto invidia di come stava giocando la squadra rossonera, che non sembra affatto indebolita dalle partenze di gente importante come Donnarumma e Chalanoglu. Vittoria meritata, netta ma … c’è un ma, anzi due almeno. Il rigore concesso ai rossoneri a fine primo tempo, risultato ininfluente in quanto fallito, ma concesso dal VAR, quando il direttore di gara, avendo visto da vicino l’azione, aveva lasciato correre. Ci hanno spiegato che il VAR non può intervenire in questi casi, quando l’arbitro ha una percezione chiara dell’episodio e lo giudica in un certo modo, nella specie, intervento non punibile da rigore; invece stavolta il cosiddetto protocollo è stato aggirato. Altro episodio: ad inizio ripresa entra tra i rossoneri Bakayoko, che si becca un giallo per una entrataccia con piede a martello su Acerbi, e già quel giallo grida vendetta, ripensando al rosso diretto a Chiesa lo scorso anno a Crotone, propinatogli dal famigerato Fourneau. In quel momento il risultato era di 1 – 0 per i rossoneri, che, in caso di espulsione del loro centrocampista, avrebbero giocato in inferiorità numerica gran parte della ripresa. Bene, oggi non c’è stato un giornale, una redazione sportiva, un opinionista, che abbia evidenziato questi due episodi, anzi è un coro unanime di lodi, meritate diciamolo pure, al Milan, a Pioli, a Tonali (grandissima partita la sua). Né il “polemico” Sarri ha detto qualcosa su tali episodi. Ora provate ad immaginare la stessa partita, togliendo il rosso della maglia e sostituendolo con il bianco, cambiando Bakayoko con, che so, McKennie. Lo sapete bene cosa si sarebbe detto e scritto oggi, del resto ci hanno tormentato tre anni con una mancate espulsione, in una partita nella quale delle due mancate espulsioni di avversari e di due rigori negatici, non ne parla nessuno: ovvero che la partita risultava falsata dalla mancata espulsione di un giocatore bianconero, in un momento nel quale il risultato era ancora in bilico. Purtroppo i colori delle maglie nella nostra stampa sportiva contano eccome, il Milan ha sempre avuto stampa amica, ai limiti del servilismo, così gli episodi che, se ci fosse stata la Juve di mezzo sarebbero stati ingigantiti, quando sono a strisce rossonere, spariscono totalmente, vengono cancellati da ogni memoria. E, purtroppo, chi potrebbe far pesare l’essere società che ha il maggior numero di tifosi in Italia, che appartiene ad un gruppo principale finanziatore dello sport italiano, principale finanziatore con la pubblicità, di giornali e tv, sembra non avere a cuore il problema, e torniamo di nuovo al sopra citato paradosso di Epicuro: gli dei visto che in questo caso esistono e ne abbiamo le prove, vogliono prima o poi interessarsi delle cose terrene che riguardano la loro creatura principale, la Juventus?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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