Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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17 |
38 |
11 |
5 |
1 |
32 |
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C |
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13 |
F |
0 |
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N |
31 |
65 |
19 |
8 |
4 |
54 |
24 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.551 |
Giocate |
3.067 |
2.496 (54,85%) |
Vittorie |
1.691 (55,14%) |
1.159 (25,47%) |
Pareggi |
824 (26,87%) |
896 (19,69%) |
Sconfitte |
552 (18,00%) |
8.152 |
Fatti |
5.347 |
4.437 |
Subiti |
2.895 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
508 |
Giocate |
1.529 |
279 (54,92%) |
Vittorie |
915 (59,84%) |
112 (22,05%) |
Pareggi |
356 (23,28%) |
117 (23,03%) |
Sconfitte |
258 (16,87%) |
864 |
Fatti |
2.695 |
467 |
Subiti |
1.356 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 22.09.2021
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Piscis primum a capite foetet - di DAR
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di Tifosi
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C’è un proverbio molto antico, di cui abbiamo sia la versione greca: di Michele Apostolius, sia quella latina: Piscis primum a capite foetet di Erasmo da Rotterdam e che in Italiano si trova nei Malavoglia di Giovanni Verga: Il pesce puzza dalla testa, che serve bene a descrivere l’involuzione della Juventus. Ma c’è anche un detto in inglese più vicino ai giorni nostri che calza a pennello: If it ain’t broken, why fix it? Se non è rotto, perché ripararlo? La Juventus aveva creato la macchina da guerra perfetta con il talent scout più bravo sul mercato (Paratici) ed il ds più astuto e capace (Marotta) guidati da una struttura finanziaria che dettava le linee guida per le esposizioni economiche da non oltrepassare. Ma all’improvviso (per noi) la struttura è stata smantellata e, dopo una certa inerzia che ha consentito gli ultimi 3 trofei, la Juventus si ritrova adesso con le gomme a terra. Chiariamo subito alcune definizioni: il talent scout è colui che individua talenti, anche sconosciuti agli altri concorrenti, prima che vengano definiti tali: sfido chiunque a negare tale abilità di Paratici. Il ds è invece colui che ‘forma’ la squadra, certo sentendo le richieste dell’allenatore di turno ma agendo in primis per il bene della società: se un giocatore costa troppo si prende la seconda o terza scelta. Ma il compito di un buon ds è che in primo luogo deve costruire una squadra equilibrata. Ciò vuol dire non solo equilibrio tra giovani ed esperti, ma anche dal punto di vista tecnico. Perché il Barcellona, il Real Madrid ed il Bayern dei tempi d’oro erano pressoché imbattibili? Perché avevano in rosa giocatori quasi tutti ambidestri, in modo che la palla circolava più velocemente specie a centrocampo, rispetto agli avversari che dovevano toccare più volte la palla per usare il piede preferito e rallentavano l’azione. Questo è uno degli aspetti che marchiano Paratici, quanti sinistri ci sono nella Juve e quanti destri? Non parliamo poi dell’aspetto amministrativo dove, con operazioni impossibili da supportare come quella di Ronaldo o cervellotiche come quelle di Romero e Kean ha mostrato evidenti lacune. Ma perché si è sfaldata quella struttura, sembra ci sia stata una lotta di potere dove Paratici ha in pratica “fatto le scarpe” a Marotta, ma noi non sappiamo se c’era altro. Difficile dirlo, ma Agnelli ha creduto a Paratici, non solo quando si è trattato di consegnargli la direzione tecnica della squadra, ma anche quando, spalleggiato da Nedved, ha proposto l’allontanamento di Allegri perché non giocava “bene”. Grave mancanza di personalità del Presidente che si è fidato troppo, ma resosi conto dell’errore lo ha ripetuto in senso opposto: richiamato Allegri e non confermato Paratici sostituendolo col suo discepolo Cherubini, fin troppo ligio ed obbediente ai dettami societari: 3 mesi per prendere Locatelli ed il rinnovo di Dybala portato alle calende greche. Quello che non sembra si capisca in società è che non solo è il tempo a comandare le danze (vedremo quando ci avvicineremo alla scadenza del 2022 chi cederà tra le parti) ma soprattutto che nel frattempo il giocatore (Dybala) rende la metà di quanto potrebbe. Ma veniamo alla situazione attuale ed alle colpe di Allegri il quale era abituato ad una squadra dove la grande personalità di alcuni giocatori aveva la meglio sulla scarsa personalità del resto e li trascinava; così si spiegano le rimonte ed i 5 scudetti consecutivi. Allora era possibile fare una preparazione pesante perché nelle prime 5-10 giornate la squadra suppliva alle gambe pesanti con l’esperienza e quando entrava in forma non ce n’era per nessuno. Ma quella era un’altra rosa, adesso quello che manca in questa squadra è proprio la personalità e quando le gambe non girano (la squadra dura un tempo) non si riesce più a portare in fondo una partita in vantaggio. Ecco cosa non ha capito Allegri che ha impostato la preparazione come usava prima, appesantendo i giocatori che quando la vista si annebbia sbagliano i passaggi più elementari, ma avete notato la differenza anche tecnica tra primi e secondi tempi? Inutile dire in conferenza stampa: dobbiamo migliorare tecnicamente, non è un problema di volontà, la tecnica o ce l’hai o no, il problema è che quando le gambe sono pesanti anche qualche scatto diventa un problema ed allora si prendono gol come quello preso col Milan quando giocatori non saltano o saltano in ritardo (ma Chiellini dov’era? Tutti a dare colpa a Rabiot e Locatelli ma l’unica punta abile di testa non deve essere guardata dal centrale?); quello che sorprende è che Allegri non si sia ancora reso conto che la squadra scoppia dopo un tempo ed addirittura indebolisca il centrocampo invece di rafforzarlo nel secondo tempo quando andava conservato il vantaggio. Ma torniamo al nostro titolo: Napoleone sosteneva di non volere generali bravi ma fortunati, Agnelli non ha scelto ultimamente collaboratori in grado di raddrizzare la barca, d’altronde alcune ataviche pecche hanno sempre contraddistinto l’uomo e le sue azioni. I latini dicevano In Nomen Omen che voleva dire che la sorte di ognuno risiede nel nome che porta. Si fosse chiamato Leoni di cognome ci saremmo potuti aspettare delle reazioni degne ai soprusi ricevuti dalla Juventus in ogni ambito da Calciopoli in poi fino alle malefatte arbitrali dei giorni nostri sempre passate solo silenzio per non parlare degli organi di stampa e dei ‘rivali’ le cui dichiarazioni lesive non vengono MAI controbattute, per arrivare alla tragicomica vicenda della Superlega che ha dimostrato ancora una volta la mancanza di sensibilità nel prevedere le reazioni avversarie ed agire preventivamente in tal senso: per il Presidente l’opinione pubblica non conta e non c’è alcun bisogno di impostare alcuna difesa sui media, se poi si finisce arrosto di chi sarebbe la colpa? Calciopoli ha dimostrato quanto il “sentimento popolare” conti anche in ambito giuridico (!) se non si è capito ancora come funziona meglio lasciar perdere, no? DAR
N.B: l’articolo, inviato da un lettore di Juworld.NET, rappresenta l’espressione del pensiero dell’autore.
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