| Tutte le partite ufficiali della stagione |
| G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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| 7 |
13 |
3 |
4 |
0 |
15 |
10 |
C |
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F |
| 0 |
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N |
| 14 |
21 |
5 |
6 |
3 |
21 |
18 |
T |
| La Juventus dal 1900 ad oggi |
| Gare ufficiali |
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Serie A |
| 4.632 |
Giocate |
3.124 |
| 2.530 (54,62%) |
Vittorie |
1.716 (54,93%) |
| 1.191 (25,71%) |
Pareggi |
849 (27,18%) |
| 911 (19,67%) |
Sconfitte |
559 (17,89%) |
| 8.274 |
Fatti |
5.429 |
| 4.521 |
Subiti |
2.948 |
| C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
| 522 |
Giocate |
1.610 |
| 283 (54,21%) |
Vittorie |
949 (58,94%) |
| 118 (22,61%) |
Pareggi |
388 (24,10%) |
| 121 (23,18%) |
Sconfitte |
273 (16,96%) |
| 883 |
Fatti |
2.817 |
| 486 |
Subiti |
1.440 |
| Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 22.01.2023
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Shit they are! (prima parte)
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di Stefano Bianchi
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Speravo in cuor mio di non dover aggiungere capitoli al mio breve excursus, apparso qui fino all’altro ieri, sui furti della FIGC ai nostri danni. Così non è stato, vista la condanna per le cosiddette plusvalenze: in attesa di approfondire l’argomento, mi limiterò ad un elenco delle più recenti porcate federali, dirette ed indirette, così come mi vengono in mente a caldo. Ne dimenticherò certamente qualcuna, e di questo chiedo perdono.
Nuovo processo dopo l’assoluzione. E’ stato violato il principio del "ne bis idem" processuale, quel principio desumibile dal disposto dell’art. 649 del Codice di Procedura Penale, che stabilisce “il divieto di nuovo giudizio per l’imputato assolto o condannato in via definitiva per lo stesso fatto, anche se considerato diversamente per titolo, grado o circostanze”. E’ un principio che vale per la giustizia ordinaria, dovrebbe valere anche per quella sportiva, ma evidentemente, costoro se ne sentono al di sopra.
Assoluzione di altri imputati accusati della medesima colpa. Nella stessa sentenza che condanna la Juventus, gli otto club coimputati sono stati assolti, la stessa cosa che avvenne nel 2008 per Inter e Milan. Se interessati, potete documentarvi, cercando l’articolo apparso il primo febbraio di quell’anno su ilgiornale.it: “ La plusvalenza non è reato, assolti Inter, Milan e Galliani”. E’ evidente il disinteresse di questa magistratura anche per la Costituzione della Repubblica Italiana. Essa, nell’articolo 3 recita: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”, cosa peraltro ricordata in tutte le aule di tribunale da incisioni, solitamente accompagnate da una bilancia in perfetto equilibrio. Tale bilancia deve essere stata rimossa dalle aule della giustizia sportiva.
Alta mentalità giuridica nel comminare la pena. I quindici punti di penalizzazione significano passare dal terzo al decimo posto in classifica, con sei squadre da superare, e dodici punti da recuperare per arrivare a quel quarto posto che significherebbe la qualificazione alla Champions. Una qualificazione che comunque avverrebbe in un girone più difficile di quello ottenibile con una migliore posizione in classifica, visto che eravamo al terzo posto. Per il procuratore i punti avrebbero dovuto essere nove, ma leggendo la sua dichiarazione potrete valutare l’alta giuridicità nel quantificare la richiesta di pena: "La pena deve essere afflittiva (che dà dolore, tormento, cfr. Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana), perché “la Juventus in classifica deve finire dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee". Quindi non ci deve essere una certa pena per un certo reato, ma essa deve essere “afflittiva”. Vien da pensare a una pena oltretutto ballerina: la stessa sanzione, all’inizio del campionato, sarebbe stata minore. Questo calcolo schizofrenico delle pene non è comprensibile per una persona normale: non riesco a coglierne l’equilibrio. Non basta: con un magico effetto-lievito, i punti di penalizzazione sono divenuti quindici. Non comprendevo i nove, immaginate cosa pensi dei quindici... e di chi li ha comminati. Non se ne comprende il motivo, o forse sì, vista la gestione giuridica da tribunale iranico e l’aleatorietà di un sistema che punisce noi soli per un reato eventualmente commesso in due, un reato inesistente nel codice, con una pena cervellotica di pura fantasia e senza ragione, se non la deliberata voglia di prevaricare.
Chiarezza completamente assente. Glasnost, predicava Michail Gorbaciov nel 1986: trasparenza. Ma lorsignori della corte, a quel tempo non leggevano i quotidiani, o comunque non ne hanno imparato nulla. Il processo ce l’hanno fatto senza che il pubblico potesse assistervi, a sottolineare che c’era del losco, e dopo quel vergognoso comportamento mirante a crearsi un’opinione pubblica favorevole, mediante il passaggio di opportune veline alla stampa. Bravi! I loro processi continuano a farli in segreto, come nei "migliori" sistemi autoritari, e dopo aver fatto ammaestrare il popolo da parte dei mezzi d’informazione. Buoni, anche loro!
Integrità del sistema giudicante. Della serie: chi è senza peccato scagli la prima pietra... e qui, permettetemi di non indicare la fonte. La giustizia non è sopra le parti, o almeno non dovrebbe, e quella di cui sto parlando ha un’essere sopra le parti abbastanza cigolante. Ancora una volta, le prove a suo carico le fornisce lei stessa, e cito testualmente da Tuttosport: "L’impressione, ancora una volta, è che la giustizia sportiva non sia uguale per tutti. Il che, in fondo, non è neppure il problema più grave per chi, nei suoi ranghi, ha avuto un gentiluomo come Rosario D’Onofrio, il Procuratoire dell’Aia, arrestato il 20 maggio 2020 per un trasporto di 44 kg di marijuana, ma promosso nel 2021, mentre scontava la pena ai domiciliari". Fidati, di quella gente!
(Continua)
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Juve news - Tuttosport
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