 Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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3 |
7 |
2 |
1 |
0 |
10 |
7 |
C |
1 |
3 |
1 |
0 |
0 |
1 |
0 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
4 |
10 |
3 |
1 |
0 |
11 |
7 |
T |
 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.622 |
Giocate |
3.117 |
2.528 (54,69%) |
Vittorie |
1.714 (54,99%) |
1.186 (25,66%) |
Pareggi |
846 (27,14%) |
908 (19,65%) |
Sconfitte |
557 (17,87%) |
8.264 |
Fatti |
5.422 |
4.510 |
Subiti |
2.941 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
519 |
Giocate |
1.600 |
283 (54,53%) |
Vittorie |
947 (59,19%) |
116 (22,35%) |
Pareggi |
383 (23,94%) |
120 (23,12%) |
Sconfitte |
270 (16,88%) |
880 |
Fatti |
2.807 |
482 |
Subiti |
1.429 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 01.04.2024
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IL COMPLESSO DI ALLEGRI - di Vittorio Felugo
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di Tifosi
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IL COMPLESSO DI ALLEGRI
No, non si parla di musica, ma di ben altro "complesso"... Povero Max, bisogna compatirlo: è uno degli allenatori più vincenti (e di più lunga militanza, 8 stagioni, almeno ...) della storia della Juventus: 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane. Eppure non verrà mai ricordato con lo stesso entusiasmo, non dico di un Trapattoni o nn Lippi (che hanno vinto più di lui), ma nemmeno di Conte, e, credo, persino del tanto bistrattato Zoff. E buon per lui che allenatori come Carcano (5 scudetto di fila negli anni '30), forse anche Heriberto Herrera, sono molto lontani nel tempo. Non c'è niente da fare, Allegri non è mai stato troppo amato dalla maggior parte dei tifosi bianconeri: sia per il suo passato milanista, con annesse frasi infelici ("La Juve deve contare tra i campionati vinti pure quello di Serie B"), sia per un gioco, soprattutto nelle sue ultime stagioni (includo pure quella scudettata del 2018-19) tutt'altro che piacevole (eufemismo). Forse, proprio questo è il punto: Allegri non ha mai avuto, alla Juve, o altrove, un proprio marchio, una propria impronta tattica: è sempre stato lodato per la sua capacità di adattarsi ai giocatori che aveva a disposizione; non il contrario. E alla lunga questo infastidisce il Mister: gratta gratta, è un po' come dire che ha vinto solo perchè aveva a disposizione la squadra più forte (in effetti la Juve ha vinto prima e dopo di lui), che non ha idee tattiche originali, che ricicla scolasticamente ciò che ha ereditato. E' comprensibile che, sul finire della carriera, Allegri voglia lasciare il proprio marchio: per orgoglio o per tigna, eccolo inventarsi il "corto muso": proviamo a far giocare una squadra di vertice come una provinciale; primo, non prenderle; una volta in vantaggio proteggiamo (gestiamo?) il risultato, l'1-0 va benissimo, tanto da 3 punti come il 4-2 o il 5-0. Dal punto di vista mediatico, il brand ha avuto successo, perchè è entrato nel linguaggio sportivo comune. Il problema è che, sul campo, i risultati sono stati discutibili: la Juve dell'Allegri-bis è sempre uguale a se' stessa (attualmente ha gli stessi punti delle precedenti due stagioni dopo 30 partite, qualcosa di matematicamente irripetibile!), non lotta per il titolo (e come potrebbe, con simili medie-punti), perde la maggior parte degli scontri diretti contro le (presunte) grandi, alterna lunghe strisce positive ad altre negative, e questo è inevitabile, se si punta sempre alla speculazione: in un gioco in cui gli episodi contano tantissimo, come il calcio, è facile spiegare questo andamento da montagne russe con il c ... olpo di fortuna, o sfortuna nella singola gara: qualche volta ti va bene, altre volte male. Il dilemma è: Allegri se ne rende conto, o no? Crede davvero nel suo credo tattico "cortomusista" (passatemi il termine) o semplicemente non ha alcuna fiducia nei giocatori a disposizione, e li ritiene incapaci di giocare in altro modo. Ma lui è ancora in grado di far giocare una squadra in un altro modo? Se è solo vanagloria, sta sbagliando tutto (come a Roma contro la Lazio). E si sta bruciando quel poco di favore e credibilità che ancora aveva in virtù dei suoi successi passati.
VITTORIO FELUGO
N.B: l’articolo, inviato da un lettore di Juworld.NET, rappresenta l’espressione del pensiero dell’autore.
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