 Tutte le partite ufficiali della stagione |
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 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.618 |
Giocate |
3.114 |
2.525 (54,68%) |
Vittorie |
1.711 (54,95%) |
1.185 (25,66%) |
Pareggi |
846 (27,17%) |
908 (19,66%) |
Sconfitte |
557 (17,89%) |
8.253 |
Fatti |
5.415 |
4.503 |
Subiti |
2.938 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.596 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
944 (59,15%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
382 (23,93%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
270 (16,92%) |
876 |
Fatti |
2.796 |
478 |
Subiti |
1.422 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 08.07.2025
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Un anno con Thiago Motta: la Juventus tra aspettative e difficoltà (2024–2025)
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di Alessandro
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L'estate del 2024 ha rappresentato una boccata di aria fresca per i tifosi della Juventus: Thiago Motta, nuovo allenatore, ha portato nuove speranze e curiosità. Dopo aver dato una nuova identità a un gruppo giovane come quello del Bologna, Motta è arrivato a Torino accolto come vero simbolo di cambiamento. Ma come spesso succede nel mondo del pallone, le grandi attese possono portare con sé un peso psicologico immenso, soprattutto in una società come la Juventus, dove vincere è imperativo.
L'inizio di un progetto ambizioso
Con Motta, la Juventus ha voluto cambiare davvero registro. Via l'approccio prudente e difensivista di Allegri, dentro un calcio più aggressivo, fatto di pressing alto, marcature a uomo e rapidi ribaltamenti di fronte. Le prime giornate di Serie A hanno mostrato segnali incoraggianti con due vittorie consecutive per 3–0 e una prestazione convincente contro l'Inter.
Naturalmente, c'era chi si chiedeva se una rivoluzione così netta avrebbe resistito alle insidie di una stagione lunga e impegnativa. Come un giocatore si siede davanti a una slot online senza sapere cosa aspettarsi, anche la Juve si è lanciata con coraggio senza alcuna certezza di successo immediato. Questa metafora rende bene l'idea: il calcio di Motta punta su rischio e audacia, due elementi che non sempre pagano quando si tratta di una big sotto pressione costante.
Una rosa rinnovata e la scommessa sui giovani
Il mercato estivo ha visto la Juventus spendere quasi 200 milioni di euro per acquistare giocatori adatti al progetto di Motta. Sono arrivati Khephren Thuram e il portiere Michele Di Gregorio, mentre diversi veterani sono stati gradualmente messi ai margini. La strategia era chiara: ricostruire attorno a giovani con grande potenziale e inserire un nuovo DNA tecnico e mentale. Per i tifosi, questa scelta rappresentava una vera svolta rispetto a stagioni recenti spesso dominate da un calcio attendista e poco spettacolare.
Ma la gioventù, si sa, porta entusiasmo e imprevedibilità in egual misura. Alcune partite hanno mostrato un'energia esaltante, altre un'inesperienza preoccupante. Motta ha provato a tenere insieme le due anime della squadra, ma le difficoltà non hanno tardato ad arrivare.
Le difficoltà e il crollo dei risultati
Con l'arrivo del 2025, la squadra ha attraversato un periodo complicato, perdendo diverse partite importanti contro Napoli, Atalanta e Fiorentina. Il colpo più duro arriva però con l'eliminazione dalla Champions contro gli olandesi del PSV Eindhoven. In campionato, i bianconeri sono scesi fino al quinto posto, a 12 punti dall'Inter capolista: un gap inaccettabile per un club con ambizioni da scudetto.
Non sono mancati momenti di tensione, dentro e fuori dal campo. Le voci di uno spogliatoio spaccato e le difficoltà di comunicazione di Motta con alcuni senatori hanno alimentato le polemiche. E se da un lato i giovani hanno mostrato progressi evidenti, dall'altro la mancanza di continuità è costata cara in un campionato dove ogni punto pesa come un macigno.
L'esonero e le lezioni per il futuro
A marzo 2025, dopo due sconfitte pesanti contro Fiorentina e Atalanta, la società ha deciso di interrompere il percorso con Motta, affidando la panchina a Igor Tudor come allenatore ad interim. Il bilancio dell'ex tecnico del Bologna parla di 18 vittorie, 16 pareggi e 8 sconfitte: numeri che, al di là di qualche sprazzo di bel gioco, non sono bastati per centrare gli obiettivi minimi della stagione.
La rapida parabola di Thiago Motta dimostra quanto sia complicato coniugare la voglia di rinnovamento con le esigenze immediate di un club abituato a vincere. Alla Juventus, la pazienza non è mai stata una virtù a lunga durata: ogni progetto deve produrre risultati subito, o la panchina torna a essere la più rovente d'Italia.
In conclusione
Il breve regno di Motta insegna che modernizzare una squadra come la Juventus richiede tempo, coraggio e un ambiente unito. Eppure, nel calcio italiano, le pressioni economiche e l'ossessione per la Champions League finiscono spesso per compromettere anche i progetti più ambiziosi. I tifosi bianconeri, tra speranze tradite e nuove incognite, restano in attesa di una vera rinascita: quella che, un giorno, possa riportare la Vecchia Signora a primeggiare in Italia e in Europa senza rinunciare allo spettacolo.
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