 Tutte le partite ufficiali della stagione |
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 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.618 |
Giocate |
3.114 |
2.525 (54,68%) |
Vittorie |
1.711 (54,95%) |
1.185 (25,66%) |
Pareggi |
846 (27,17%) |
908 (19,66%) |
Sconfitte |
557 (17,89%) |
8.253 |
Fatti |
5.415 |
4.503 |
Subiti |
2.938 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.596 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
944 (59,15%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
382 (23,93%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
270 (16,92%) |
876 |
Fatti |
2.796 |
478 |
Subiti |
1.422 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 03.08.2025
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La Rivoluzione di Akhenaton e la damnatio memoriae di Giuntoli - di Vincenzo Massimo Barbera
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di Tifosi
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Il regno di Akhenaton, faraone della XVIII dinastia, rappresenta un momento di rottura radicale nella storia egizia. Salito al trono nel 1353 a.C., Akhenaton governò per circa 17 anni, imponendo una rivoluzione religiosa e artistica. Abbandonò il politeismo tradizionale in favore di un unico dio, Aton, e introdusse uno stile artistico naturalistico, l'Arte di Amarna, che si discostava dai canoni classici. Questa scelta gli valse l'appellativo di "faraone eretico". La sua politica portò alla chiusura dei templi del potente clero di Amon, alla distruzione delle sue statue e alla fondazione di una nuova capitale, Akhetaton. Il suo regno si concluse in un clima di instabilità e ostilità crescente, aggravato dalla resistenza dei ceti tradizionalisti e dalla difficoltà di consolidare un potere così rivoluzionario. Dopo la sua morte, subì una vera e propria damnatio memoriae: il suo nome fu cancellato dai monumenti, la sua capitale rasa al suolo e la sua stessa esistenza dimenticata per secoli. La rivoluzione iniziata da Cristiano Giuntoli alla Juventus, con la sua nomina nell'estate del 2023, presenta innegabilmente molti punti di contatto con quella di Akhenaton. Arrivato in punta di piedi, Giuntoli ha lavorato nell’ombra, ma una volta investito del ruolo di "faraone" da John Elkann — nella lettera agli azionisti Exor dell’aprile 2024, che recitava: “Cristiano Giuntoli, entrato a far parte del club nel 2023 e appena nominato Miglior Direttore Sportivo dell’anno ai Globe Soccer Awards per il suo lavoro con il Napoli l’anno scorso, contribuirà a plasmare la Juventus del futuro” — ha imposto la sua visione con forza rivoluzionaria. Come Akhenaton limitò il potere dei sacerdoti di Amon, così Giuntoli ha cercato di ridurre l'influenza di chi incarnava la "vecchia Juve", legati all'ex presidente Andrea Agnelli. Il primo a farne le spese fu Massimiliano Allegri, il "grande sacerdote" di Agnelli, esonerato bruscamente dopo la vittoria della Coppa Italia. Successivamente furono allontanati dirigenti e calciatori strettamente legati alla vecchia gestione: da Kostić a Rugani, da Szczęsny a De Sciglio, e persino il capitano Danilo, ceduto a gennaio con ignominia. La scelta di Thiago Motta come "primo sacerdote" si è rivelata talmente nefasta da farci dimenticare la mediocrità di allenatori come Rino Marchesi, Luigi Maifredi, Luigi Delneri e Andrea Pirlo. La rivoluzione di Giuntoli, pur portando la squadra in Champions League, ha generato profonda instabilità e risultati altalenanti, suscitando il malcontento non solo dei tifosi ma anche della proprietà, che non ha riconosciuto in quel progetto lo spirito autentico del club. L'era di Giuntoli si è interrotta bruscamente nel giugno 2025. La decisione di cedere il giovane talento Kenan Yildiz è stata l'ultimo smacco che la proprietà non poteva sopportare e ha portato alla reazione di John Elkann, il "dio Amon". Così come accadde ad Akhenaton, anche Giuntoli ha subito la damnatio memoriae. Un comunicato secco ne ha sancito l'allontanamento, senza ringraziamenti: un atto senza precedenti, che ha segnato la fine di un'era. Il nuovo "faraone", Damien Comolli, ha avviato una vera e propria restaurazione. Il suo primo atto è stato riportare al potere i "sacerdoti" che rappresentano il "vero stile Juve", con il ritorno in auge di figure come Giorgio Chiellini, l’avvicendamento di altri dirigenti e la conferma di Igor Tudor — sebbene come terza scelta, dopo la ricerca di Conte e Gasperini, che comunque incarnavano quella classicità bianconera che la restaurazione stava ricercando. La gestione di Comolli segna una netta discontinuità con il passato. Sconfessando le scelte del predecessore, ha instaurato un modello basato sul pragmatismo, concentrandosi sul lavoro e sulla concretezza più che sui proclami. Anche nella comunicazione ha adottato un approccio differente, più risoluto, gestendo i rapporti con la stampa con fermezza e lucidità. Questa strategia si distacca radicalmente dalle comunicazioni media della vecchia dirigenza, spesso smentite dai fatti: questo scarto ha ripristinato un'immagine di maggiore credibilità e coerenza della società Juventus, restituendole centralità e autorevolezza nel panorama calcistico nazionale. La storia spesso si ripete, perché la natura umana è costante nelle passioni e nelle pulsioni, e perché le dinamiche sociali sono cicliche: fenomeni come rivoluzioni e riforme portano a un effetto pendolo, con azioni e reazioni che ci riportano a situazioni già viste in passato. Questa dinamica di rottura e ritorno all'ordine, di innovazione e tradizione, si ripresenta ciclicamente nella storia umana. La vicenda di Giuntoli alla Juventus ci insegna una lezione chiara: l'effetto pendolo è una costante inevitabile ogni volta che si cerca di stravolgere schemi e una storia consolidata. La Juventus non va mai stravolta, ma compresa e rispettata. Qualsiasi altro progetto fantasioso, al contrario, produrrà un effetto pendolo che finirà per sfociare in una vera e propria damnatio memoriae. La Juventus non è solo una squadra di calcio, ma un sistema complesso, identitario, culturale, fatto di codici, riti e simboli che si tramandano di generazione in generazione. Chi non comprende questo patrimonio collettivo rischia di forzare un cambiamento che il tessuto bianconero non è pronto ad accettare, generando fratture profonde e talvolta irreparabili. La storia lo ha dimostrato più volte: innovare senza tradire è possibile, ma serve equilibrio, umiltà e una visione radicata nel passato, proiettata con intelligenza nel futuro.
N.B: l’articolo, inviato da un lettore di Juworld.NET, rappresenta l’espressione del pensiero dell’autore.
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